Ugo Fabietti: “Mondi in movimento. Dal nomadismo delle origini a quello globale”


Antropologia Culturale

Secondo Fabietti, l’antropologia non si esaurisce nell’etnografia, ossia nella descrizione di saperi locali attraverso ricerche sul campo, per quanto raffinate. Essa è piuttosto un movimento orizzontale che attraversa le culture per metterle in relazione tra loro, in quanto la cultura stessa è, intrinsecamente, comparativa.

Questa comparazione tra culture differenti alla ricerca di un filo che le metta in relazione non è svolta dall’alto, da un presunto luogo atemporale e sovrastorico, ma coinvolge i suoi stessi presupposti, producendo un discorso sempre in grado di mettersi in discussione.

Inoltre, e soprattutto, questa antropologia è contemporanea perché si è aperta a quelli che Fabietti ha chiamato «nuovi panorami etnici»: oggetto di indagine non sono più solo le società primitive, tribali, pre-letterarie e pre-moderne, ma tutte le società possono essere attraversate dal movimento della comparazione, per trasformare l’alterità in differenza.

Intervista di Fabietti a Marc Augé

Materiale didattico


CONFINI – ACCADEMIA DELLE SCIENZE – BOLOGNA – Qohelet.La domanda Vanità delle cose umane?


GUSTAVO ZAGREBELSKY – autore di “Qohelet. La domanda” – Il Mulino.
Vanità delle cose umane? Dialogo dell’autore con #VitoMancuso

Confini – Accademia delle Scienze – Bologna

Confini, Cicli di Conferenze

L’Accademia delle Scienze di Bologna riapre le attività in presenza con un ciclo di sette incontri (14 ottobre – 23 novembre 2021) dal titolo “Confini”.
Una riflessione a più voci sulla grande trasformazione del nostro presente che prende le mosse dal tema dei confini, linee che delimitano un territorio rispetto a un altro, rigorose quando si tratta di frontiere fra Stato e Stato, ma incerte, mutevoli o immaginarie quando riguardano situazioni economiche, sociali, civili, personali.
Lucio Caracciolo, Gustavo Zagrebelsky, Carlo Trigilia, Pierluigi Viale, Marco Revelli, Aldo Schiavone, Piero Ignazi sono gli studiosi che racconteranno i nuovi e i vecchi confini nel mondo globalizzato e pandemico intrecciando geopolitica, partiti, populismi, economia, medicina, condizione umana.

ACCADEMIA DELLE SCIENZE BOLOGNA

“Qohelet. La domanda” – Il Mulino.
Vanità delle cose umane?

GUSTAVO ZAGREBELSKY – autore di “Qohelet. La domanda” – Il Mulino.
Vanità delle cose umane? Dialogo dell’autore con Vito Mancuso

I dialoghi di Trani – Qohelet. Lectio di Gustavo Zagrebelsky

«In una cartolina gettata da un “trasporto” ad Auschwitz, fortunosamente salvata, leggiamo: “Apro a caso la Bibbia e trovo questo: “Il Signore è il mio alto ricetto”. Sono seduta sul mio zaino nel mezzo di un affollato vagone merci \[…\] La partenza è giunta piuttosto inaspettata, malgrado tutto. \[…\] Abbiamo lasciato il campo cantando, papà e mamma sono molto forti e calmi, e così Mischa. Viaggeremo per tre giorni. Grazie per tutte le vostre buone cure. \[…\] Arrivederci da noi quattro”»: Zagrebelsky cita Etty Hillesum, scrittrice ebrea olandese vittima dell’Olocausto nazista nel lager di Auschwitz a soli 29 anni. È morta probabilmente cantando, con quella letizia tutt’altro che frivola che contraddistingue la storia di questa incredibile testimone del Novecento: «Tutti questi sono certamente “segni”. Riceverli o respingerli è un fatto personale. Chi sì, e chi no. Chi avrà la fortuna, o la grazia, di dire sì avrà sconfitto la tristitia con un sovrappiù di laetitia fino al momento estremo della vita», conclude un ‘misterioso’, tormentato ma comunque colpito Gustavo Zagrebelsky.

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